“Custodi di semi”
Il recupero dei semi antichi e le loro potenzialità, non solo agroalimentari

Recentemente, come ricorderete, gli scavi di Pompei hanno riportato alla luce l’affresco di una natura morta, raffigurante quella che a molti è sembrata, erroneamente, l’antenata di una pizza. Tra ipotesi e smentite, tanti di noi hanno segretamente formulato il desiderio irrealizzabile di poter viaggiare nel tempo per dare un morso a quella strana focaccia. 

Di fronte a libri di storia e scoperte archeologiche, in effetti, molti amanti dell’enogastronomia covano la fantasia impossibile di assaggiare il cibo delle civiltà antiche. E se vi dicessimo che, in realtà, gustare il cibo dei nostri avi è già possibile?

Foto: Sebastian Klein

La salvaguardia dei semi antichi

Da una ventina d’anni a questa parte, infatti, ricercatori, contadini e attori delle filiere si stanno dedicando a salvare, conservare e risvegliare semi antichi. Con questa espressione ci si riferisce principalmente a varietà di piante a uso alimentare che sono state coltivate e utilizzate per migliaia di anni, ma che sono gradualmente scomparse. Molte varietà di cereali, frutta e ortaggi che fanno parte della tradizione italiana rischiano l’estinzione. Ma a motivare la salvaguardia dei semi antichi c’è anche il puro studio delle ere passate: sono sempre di più, infatti, gli studiosi che si stanno interessando alla cosiddetta de-estinzione di piante diffuse decine di migliaia di anni fa.

Il valore di certe caratteristiche uniche

A ogni modo, il filone di ricerca ha principalmente obiettivi agricoli e alimentari. Il valore dei semi antichi risiede infatti in certe loro caratteristiche uniche, come resistenza alle malattie, adattabilità ai climi specifici o profili nutrizionali particolari. Per citare un esempio noto ed emblematico, il grano duro antico Senatore Cappelli – chiamato così in onore di un senatore abruzzese del Regno d’Italia che alla fine dell’Ottocento sostenne la trasformazione agricola in Puglia – possiede, oltre a un ottimo gusto, elevate qualità nutrizionali e agrarie. Presenta un valore proteico superiore alla media degli altri grani ma al contempo ha un basso contenuto di glutine; infatti, come conferma un recente studio della Fondazione Policlinico Gemelli, è particolarmente adatto per chi soffre di Sensibilità al Glutine Non Celiaca. Inoltre, questa varietà di grano è molto adattabile e naturalmente sostenibile: richiede meno acqua e resiste bene alla siccità grazie alle sue radici profonde, non ha bisogno di diserbanti per via dell’altezza delle sue spighe (che contrasta le erbe infestanti).

Foto: Eva Bronzini

Custodi di semi: un fenomeno globale

Si tratta di un fenomeno globale, che vede tantissime persone nel mondo – soprattutto agricoltori ma non solo – compiere sforzi di conservazione, di selezione, di diffusione delle vecchie varietà, anche attraverso il recupero di tecniche di coltivazione dismesse. Li chiamiamo “Custodi dei semi”, perché riconoscono l’importanza di tutelare la biodiversità, garantire la sicurezza alimentare delle popolazioni e proteggere il territorio, e si dedicano al mantenimento della forza germinativa dei semi, in alcuni casi anche da secoli. Per esempio, a maggio The Guardian ci aveva raccontato delle 150 donne che si prendono cura dei cereali ancestrali delle Bijagós, arcipelago di isole rurali situato lungo la costa africana a largo Guinea-Bissau. 


La resurrezione dei semi antichi non solo contribuisce alla diversità alimentare, ma può aiutare a preservare molto altro: la storia agricola, la cultura di diverse comunità, e un modo di fare agricoltura più sostenibile e responsabile, che si preoccupa di permettere al terreno di rigenerarsi e ai semi di adattarsi ai cambiamenti del clima. Questa consapevolezza è ormai assai diffusa anche in Italia, paese molto attivo nella conservazione dei semi antichi.

Anche Filiera Agricola Italiana, che con la sua attività promuove la trasparenza e la certezza dell’origine della materia prima, si sta dedicando alla individuazione e alla valorizzazione dei semi antichi autoctoni. L’obiettivo è quello di avere certezza anche dell’origine del seme. Filiera Agricola Italiana, grazie all’importante contributo degli agricoltori, sta progettando un vero e proprio assortimento di semi antichi la cui origine verrà garantita dal sigillo di qualità Firmato Dagli Agricoltori Italiani.

In conclusione, grazie ai tanti “Custodi di Semi” attivi in Italia e nel mondo, non ci servirà viaggiare nel tempo per assaggiare il cibo dei nostri avi: i semi antichi sono già fra noi, con i loro magici sapori e le loro straordinarie qualità.